Accertamento nullo se il fisco non spiega la ragione per cui chiede le carte
Viene annullato l’accertamento fiscale se l’Agenzia delle Entrate o la Guardia di Finanza chiedono al contribuente di esibire una serie di documenti senza però spiegargli le ragioni di tale richiesta e della verifica in corso: il cittadino, infatti, ha diritto sin dall’inizio delle operazioni a comprenderne le ragioni delle stesse, onde difendersi con proprie osservazioni per far emergere la legittimità del proprio operato.
A dirlo è la Commissione Tributaria Provinciale di Forlì che, con una recente sentenza [1], ha ricordato che il contraddittorio con il soggetto sottoposto a verifica va instaurato fin dalla fase procedimentale. Non rileva che, a riguardo, manchi una norma apposita nel nostro ordinamento: lo impone invece la giurisprudenza della Corte di giustizia europea prima ancora dello stesso Statuto del contribuente, in virtù dei principi di chiarezza e tutela.
Secondo la Corte di Giustizia europea [2] il diritto di difesa deve essere garantito ogni volta che l’amministrazione finanziaria ha intenzione di adottare nei confronti di un soggetto un atto a lui lesivo. Pertanto, il “contraddittorio preventivo” è necessario anche in assenza di una espressa previsione normativa. E in effetti la nostra Costituzione [3] impone che gli interessi pubblici perseguiti siano bilanciati con quelli dei privati: è il cosiddetto principio di buon andamento e di imparzialità dell’azione amministrativa, che implica l’obbligo di un operato trasparente e rivolto, sostanzialmente, alla collaborazione con il cittadino.
Ed è proprio nell’ottica di realizzare tali finalità che il contraddittorio preventivo con il contribuente si muove: esso serve, infatti, attraverso lo scambio di informazioni tra il soggetto accettato e il fisco, a determinare la reale capacità contributiva del primo e la conseguente pretesa erariale.
Insomma, il contribuente ha sempre diritto a sapere cosa sta avvenendo nei suoi confronti se gli si chiede di collaborare, tirando fuori dagli archivi una mole di carte e scartoffie. Deve saperlo proprio per apprestare da subito un’opportuna difesa. In sintesi: l’Agenzia delle Entrate ha il dovere di instaurare il contraddittorio ancora prima della fase contenziosa perché è il legislatore che vuole garantire gli interessi sia del fisco sia del contribuente attraverso il procedimento di confronto.
[1] CTP Forlì sent. n. 2/2015.
[2] C. Giust. UE causa C-349/07.
[3] Art. 97 Cost
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